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CHE DOLCE DESIGN. ARCHITETTO GIUSEPPE TRAMICE: “INTERCETTARE IL GUSTO”

Un buon design è bello da vedere, certo. Ma perché non dovrebbe essere interessante da toccare, avere un profumo piacevole o un suono armonioso?

Insieme a diversi professionisti abbiamo messo in campo un’iniziativa che nasce dall’esigenza di indagare l’impatto che il design ha quotidianamente sui nostri sensi, con l’obiettivo di sintetizzare le esperienze che hanno dato vita a nuovi ambienti o prodotti, a collezioni quali piastrelle oppure oggetti di arredo, ogni progetto permeato dall’esigenza di inseguire un’emozione, un ricordo, spesso creato proprio dai sensi primordiali dell’uomo.

Abbiamo intervistato l’architetto Giuseppe Tramice, con cui abbiamo dialogato dell’importanza dei sensi nel design e nella progettazione.

“Se ci fosse una classifica dei sensi, al primo posto metterei la vista, che viene sollecitata in maniera immediata. Gli oggetti di design arredano e ci aiutano a vivere meglio, così come sottolineava il filosofo Heidegger nella sua poetica dell’abitare”.

“Il tatto è importante nella riconoscibilità di un ambiente, specie nell’utilizzo dei diversi materiali, superfici quali legno, pietra, cementine, ognuna ha la sua tattilità“.

Preservare il suono di un’ambiente è legato strettamente all’udito, una casa può e deve essere un guscio dall’esterno, per ripararsi dai rumori della quotidianità e godere di una buona musica come di un silenzio riflessivo”.

“Il gusto è davvero soggettivo, come architetto cerco di intercettare le volontà del committente per raggiungere il desiderato”

“Insomma, ogni senso a suo modo partecipa alla realizzazione di un progetto di design, che sia una casa o un elemento d’arredo”.

 

 

 

 

 

 

 

STUDIO P87
Giuseppe Tramice Architetto.
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